Vado a casa di mia madre a cena, mi accingo a sistemare la tavola. Su di una sedia ci sono dei vestiti.
Io: “madre, ma che so’ sti vestiti qua sopra?”.
Madre: “è il bucato che ho steso ieri, quando l’ho tolto era umido, sai il tempo ultimamente non è dei migliori, così l’ho piazzato lì per far togliere l’umidità con il tepore di casa”.
Io: “ah, non ci avevo pensato. Sai io, avendo l’asciugatrice non ho di questi problemi”.
Ceniamo, pulisco la cucina, vado nel cassetto degli strofinacci per cercarne uno pulito e, a differenza del solito dove il cassetto è colmo, trovo pochi stracci.
Io: “madre, ma tutti gli stracci dal cassetto?”.
Madre: “con questo tempo dimmerda come vuoi che si asciughino?”.
Io: “ah, non ci avevo pensato. Sai io, avendo l’asciugatrice non ho di questi problemi”.
Vado nella stanza da letto e mi ricordo che volevamo provare a cambiare il verso del copri piumino.
Io: “madre vieni che cambiamo il verso di questo coso. Anche se lo sento un po’ umidiccio”.
Madre: “eh, l’ho lavato e steso al balcone, ma con questa umidità…”.
Io: “ah, non ci avevo pensato. Sai io, avendo l’asciugatrice non ho di questi problemi”.
Madre: “dato che questa settimana bisogna fare l’albero, mi prendi gli scatoloni dal mezzanino?”.
Io: “certo, andiamo!”.
Prendo la scala e mi accingo. Vestita di nero, al terzo scatolone ho la maglia e pantalone ridotti il cesso. Perché se da un lato è vero che la zona era solo un po’ impolverata è anche vero che vestita di nero la polvere bianca mi ha investita.
Io: “mi sto facendo manco il cesso per prendere sti scatoloni, guarda qua!”.
Madre: “beh, ora che vai a casa lava tutto e usa la cazzo di asciugatrice per cui hai rotto il cazzo tutta la serata!”.
E chest’è.