Abbiamo traslocato da una casa in cui abbiamo vissuto per una vita. Vi lascio immaginare cosa potesse esserci conservato.
Qualsiasi cosa che possa venirvi in mente.
Persino ‘o proiettore ro nonno cà si puntava su di una parete bianca per vedere le pellicole.
Bisognava essere minuziosi, insomma. E dato che mia madre lavora più di me spaccandosi la schiena, ho anticipato io la gestione del trasloco, in particolare gli scatoloni.
Tranne quelli della sua camera.

Ho preparato, per entrambe:
– Scatoloni (che mia madre ha, nei mesi precedenti, accumulato, prendendoli dal supermercato in cui lavora)
– Nastro adesivo per imballaggi
– Il dispenser per il nastro adesivo, quello professionale
– Nastro adesivo di carta
– Pennarelli: nero/rosso
– Giornali per imballaggio
– Liberato, per ogni stanza, una parete a cui appoggiare gli scatoloni relativi a quella stanza.

Il processo era semplice: prendevi un cartone, decidevi cosa metterci dentro, lo chiudevi, a croce sopra, con il nastro adesivo per imballaggio.Facevi due giri, orizzontali lungo lo scatolo, di nastro adesivo di carta e:
– Pennarello rosso per le cose da gettare e il materiale di riferimento. Per la raccolta differenziata.
– Pennarello nero per quanto bisognava portare. Bisognava, nella fascia superiore scrivere la stanza di riferimento e nella fascia sotto cosa conteneva la scatola.

Questo per ogni lato del cartone. Così, indipendentemente, dall’angolazione, sapevamo esattamente cosa ci fosse dentro, leggendo.
Il giorno del trasloco, vedo nella casa nuova arrivare una scatola chiusa solo con nastro adesivo per imballaggio, a croce sopra. Senza una scritta, senza nastro adesivo di carta.

Sarà dei traslocatori, pensai.

Poi ne vedo arrivare almeno 10, tutte solo con chiusura a croce con nastro adesivo e stop.

Io: “mamma, questi del trasloco ci hanno portato delle scatole ad minchia. Queste non sono nostre, non ci sta scritto manco il cazzo sopra”.
Mamma: “queste sono le mie!”.

Io: “le tue? Ma se sopra non c’è scritto niente, come possono essere le tue. Noi avevamo pennarelli e nastro adesivo di carta per poter catalogare le scatole!”.

Mamma: “ho sfruttato, per una volta, il tuo essere psicopatica. Dato che hai catalogato tutto, scritto per colore e per camera, roba da chiuderti in un manicomio a vita. Io ho pensato bene di non scrivere proprio niente, così si capisce subito che sono cose della mia camera!”.

E chest’è.